UNA MOBILITÀ INTELLIGENTE E RESPONSABILE
Negli ultimi mesi il dibattito sulle Zone 30 ha assunto toni spesso polarizzati. Da un lato chi invoca una città più vivibile, dall’altro chi teme restrizioni indiscriminate e generalizzate alla mobilità individuale. In mezzo, ci sono famiglie, pendolari, anziani e bambini, ciclisti, automobilisti: cittadini con esigenze reali. In questo contesto, è utile riportare il confronto su basi razionali, differenziando le situazioni e cercando soluzioni equilibrate e non da «derby».
In queste settimane si è costituito un comitato (www.luganozone30.ch), convinto come la moderazione della velocità nei quartieri residenziali, pensata come misura di sicurezza e qualità della vita, sia una di queste soluzioni. Lontana da ideologie o crociate anti-auto, questa misura ha un obiettivo semplice: proteggere le persone nei luoghi dove vivono, si spostano a piedi, portano a spasso il cane, accompagnano i figli a scuola o fanno due passi la sera.
Numerosi studi – e l’esperienza di molte città svizzere e non solo – dimostrano come moderare la velocità nei quartieri riduce drasticamente la gravità degli incidenti. Allo stesso tempo, il tempo di percorrenza per un automobilista cambia di pochi secondi, ma per chi abita il quartiere cambia la percezione della sicurezza, del rumore e dell’aria.
Non si tratta di estendere le Zone 30 in modo generalizzato o ideologico. La velocità nelle vie di transito o nelle arterie principali non sarà toccata. La viabilità deve restare fluida ed efficiente, soprattutto nei collegamenti tra comuni e nei percorsi casa-lavoro. Ma è giusto, e anche doveroso, proteggere le zone a vocazione residenziale, dove la presenza di bambini, anziani e mobilità lenta è elevata.
In questo senso, la moderazione della velocità può anche rafforzare l’accettazione dell’auto come strumento utile, se usato con rispetto per l’ambiente urbano. Chi ama guidare non deve sentirsi nemico della qualità della vita: al contrario, può essere un alleato se le regole sono chiare e sensate. Ridurre la velocità in un quartiere non è un attacco alla libertà individuale, ma un invito a una convivenza più rispettosa.
I comuni ticinesi che hanno adottato Zone 30 localizzate (come parte di un piano di moderazione ben progettato e partecipato) riportano benefici tangibili: meno incidenti, meno rumore, una maggiore vivibilità dello spazio pubblico. Anche le famiglie si sentono più tranquille nel lasciare i bambini muoversi in autonomia, un aspetto importante per l’educazione e lo sviluppo dei più piccoli.
Siamo tutti automobilisti, ma anche pedoni, genitori, nonni e bambini ed è importante sostenere l’equilibrio tra libertà e responsabilità. Zone 30 mirate e ragionate nei quartieri significa proprio questo: garantire la libertà di muoversi, ma nel rispetto di chi quei quartieri li vive ogni giorno.
Non si tratta quindi di dire « meno motori », ma di dire « mobilità intelligente e responsabile ». Perché, se è vero che la mobilità del futuro sarà fatta sempre di più da tecnologia ed efficienza, non si può prescindere da buon senso e rispetto reciproco.
* coordinatore comitato «Si, Lugano Zone30»