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Consapevolezza più spirituale cercasi

Con questo intendo la consapevolezza in un qualcosa che esiste al di fuori della realtà strettamente fisica e che si manifesta nell’universo fisico. Potremmo dire che l’essere spirituale è l’artista e l’universo fisico è l’oggetto ( in- erte: senz’arte) su cui applicare la propria arte attraverso l’intuizione e l’intenzione.

L’arte di governare, che è il significato della parola politica, può essere svolta al meglio da chi, allontanandosi dalle etichette della partitocrazia, cerca di usare la «saggiocrazia». Socrate diceva che la vera saggezza sta in colui che sa di non sapere, e ciò permette al politico di ascoltare il prossimo con umiltà. In un mondo più saggio ognuno guarda e pensa con la sua testa prendendo decisioni volte a favorire il maggior benessere al maggior numero di persone, mentre l’opposto equivale all’identificarsi con un pensiero unico inconfutabile (dogma). Due parole esprimono bene cosa succede alla persona quando si muove sull’asse saggezza-dogma e sono: egregio e gregge; l’egregio è colui che guardando e pensando con la sua testa si distingue dal gregge, mentre chi ha relativamente perso queste abilità scivola passivamente, come trasportato da una dolce corrente che infonde sicurezza, nel gregge dei «giusti». Leggendo il sito del partito HelvHetica Ticino ho trovato questa frase che mi ha aperto il cuore: «Dietro ogni forma di vita aleggia la sua essenza spirituale, non riconoscerla ci sprofonda in una vita totalmente materialistica ». Il mio augurio a tutti coloro che decidono di diventare artisti del governo è quello di esprimere sempre più saggezza e dunque di distaccarsi dai dogmi, dialogando con l’umiltà che ripristina il dibattito costruttivo.

Vezia

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